Esagerazione, se avete voglia di leggere...........

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The End(H&D2)
view post Posted on 24/8/2009, 00:58




VITTIME EBREE


1.. La cifra dei sei milioni


Il 24 Maggio del 1995, il giornale berlinese Die Tageszeitung, riferendo che
il museo Yad Vashem dell'Olocausto venne progettato dai sionisti già nel
1942, espresse stupore per il fatto che una tale iniziativa era già stata
prevista in un'epoca nella quale la maggior parte delle future vittime era
ancora viva. In realtà, la cifra leggendaria dei sei milioni venne
ripetutamente menzionata da importanti personalità ebraiche molto prima che
la seconda guerra mondiale fosse terminata.



Nel Dicembre del 1944, prima della liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata
Rossa, il propagandista ebreo sovietico Ilya Ehrenburg - che nei suoi
articoli esortava regolarmente i soldati sovietici a massacrare i civili
tedeschi e a violentare le donne tedesche - scrisse: "Chiedete a qualunque
prigioniero tedesco di guerra perché i suoi compatrioti abbiano annientato
sei milioni di persone innocenti, ed egli risponderà semplicemente: Bene,
essi erano ebrei."[2] Il 31 Maggio del 1944, un altro propagandista ebreo,
il rabbino slovacco Dov Weissmandel, affermò in una lettera: "Fino ad oggi,
sei volte un milione di ebrei di Europa e Russia sono stati sterminati".[3]
Due anni prima, nel Maggio del 1942, già un altro propagandista ebreo, Nahum
Goldmann, che sarebbe più tardi diventato presidente del Jewish World
Congress, predisse durante un raduno a New York che degli otto milioni di
ebrei viventi nella sfera d'influenza tedesca solo due o tre milioni
sarebbero sopravvissuti alla guerra.[4] Secondo la storia ortodossa dell'Olocausto,
lo sterminio degli ebrei era iniziato proprio in quel periodo, perciò come
poteva sapere Goldmann il numero futuro delle vittime?



Il nostro stupore diventa poi enorme quando apprendiamo che la cifra dei sei
milioni aveva già fatto una prematura apparizione nel 1919. Il 31 Ottobre di
quell'anno, il giornale ebreo americano The American Hebrew si lamentava per
un "olocausto" - tale parola, che significa "sacrificio mediante fuoco", era
realmente usata nell'articolo! - in via di esecuzione in un'area non meglio
specificata dell'Europa orientale. L'autore dell'articolo garantiva che
questo "olocausto" aveva reclamato, o stava per reclamare, sei milioni di
vittime. La cifra dei sei milioni venne menzionata non meno di sette volte.
Sei è il numero sacro del giudaismo, perciò possiamo tranquillamente
ritenere che il numero presunto delle vittime dell'Olocausto è un mito
religioso ebraico derivato sia dalla Torà che dal Talmud.



2.. I metodi fraudolenti utilizzati dagli storici ortodossi dell'Olocausto


Dopo la guerra, i sionisti e i loro accoliti ricorsero ad ogni sorta di
sfrontate manipolazioni per dimostrare questa cifra immaginaria. Mentre la
maggioranza degli storici ortodossi dell'Olocausto arriva a cifre
leggermente più basse delle vittime ebree, sembra che una legge non scritta
della società occidentale sia quella di non andare sotto il limite dei
cinque milioni. Raul Hilberg, il cui studio in tre volumi La distruzione
degli ebrei europei è universalmente riconosciuto come l'opera standard sull'Olocausto,
pone le perdite di popolazione ebraica durante la seconda guerra mondiale a
5.1 milioni.[5]



Per dimostrare i metodi fraudolenti utilizzati dagli storici ortodossi dell'Olocausto,
citerò ora qualche cifra dall'opera di Hilberg e da un libro scritto da un'altra
famosa esperta ebrea dell'Olocausto, Lucy Dawidowicz: La guerra contro gli
ebrei. [6] Secondo Hilberg, 2.67 milioni di vittime - su un totale, ripeto,
di 5.1 milioni - vennero uccise in sei campi che gli storici ortodossi
chiamano "campi di sterminio", un termine che non si trova in alcun
documento tedesco dell'epoca di guerra. Questo significa che 2.43 milioni di
vittime dell'Olocausto devono aver incontrato il loro destino fuori di
questi "centri di sterminio". Ma Lucy Dawidowicz ci racconta una storia
completamente differente, sostenendo che non meno di 5.37 milioni di ebrei
vennero gassati nelle "sei fabbriche della morte".[7] Poiché il suo
conteggio totale dei morti è di 5.9 milioni, tali cifre implicano che solo
530.000 ebrei morirono fuori dei "campi di sterminio".



Ora, in che modo i due illustri studiosi arrivano alle loro cifre? Quali
fonti citano? La risposta è molto semplice: Nessuna. Mentre entrambe le
opere sono piene di note sulle cose più insignificanti, nessuno dei due
autori fa il minimo tentativo per spiegare su cosa sono basate le loro
statistiche. Ovviamente, queste statistiche sono puramente arbitrarie e
prive di ogni valore scientifico. Hilberg e Dawidowicz fissano cifre di
mortalità totalmente differenti per alcuni dei "campi di sterminio" - ad
esempio, Dawidowicz afferma che non meno di un milione e trecentottantamila
ebrei vennero assassinati a Majdanek, mentre Hilberg si accontenta di
50.000 -, e la cifra di Hilberg degli ebrei che morirono fuori dei "centri
di sterminio" è quasi cinque volte più alta che quella di Dawidowicz,
tuttavia entrambi gli autori sostengono una mortalità totale ebraica tra i
cinque e i sei milioni, ed entrambi sono acclamati come grandi storici da
parte dei media



Seguendo l'evoluzione della storia dell'Olocausto, notiamo che le cifre
della mortalità fornite per i cosiddetti campi di sterminio di Auschwitz e
Majdanek sono state drasticamente ridotte dagli storici ortodossi negli
ultimi decenni. Durante il processo di Norimberga, i sovietici sostenevano
che non meno di quattro milioni di persone erano state uccise ad
Auschwitz[8] ma nessuno storico occidentale ha mai osato accettare questa
cifra ridicola. Raul Hilberg afferma che un milione di ebrei più 300.000 non
ebrei morirono ad Auschwitz, e nel 1994 Jean-Claude Pressac, che i media
hanno esaltato come il primo esperto del mondo su Auschwitz, ha abbassato la
mortalità totale a 631.000 unità.[9] Una simile evoluzione può essere
osservata nel caso di Majdanek. Nell'estate del 1944, dopo la liberazione
del campo, i comunisti asserirono che un milione e mezzo di persone erano
state lì uccise, ma già nel 1948, i polacchi abbassarono la cifra a
230.000.[10] Significativamente, tutte queste modifiche non incidono affatto
sulla cifra sacrosanta dei sei, o da cinque a sei, milioni di vittime ebree.
In altre parole, se tu hai un canestro con dentro sei mele, puoi mangiare
una, due, tre o persino quattro di esse, ma nel canestro rimangono ancora
sei mele. Questa è la matematica dell'Olocausto! E in numerosi paesi
europei, inclusa quella che una volta era la libera Svizzera, sei obbligato
a credere a questo, altrimenti vai in prigione, e i media ti definiscono
razzista.



Comunque anche le cifre modificate degli storici ortodossi sono ancora
largamente esagerate. In realtà, circa 150.000 persone, dei quali
probabilmente poco più della metà erano ebrei, perirono ad Auschwitz, come
il revisionista italiano Carlo Mattogno mostrerà in uno studio basato
esclusivamente su documenti tedeschi dell'epoca di guerra. Il numero
combinato di vittime ebree e non ebree a Majdanek fu di circa 42.500 unità,
come Mattogno ha dimostrato in un libro che egli ha scritto con me.
Naturalmente, anche queste cifre reali sono spaventosamente alte, ma
dovrebbe essere ricordato che i bombardieri anglo-americani uccidevano più
civili tedeschi in una sola notte di tutti i prigionieri morti ad Auschwitz
e Majdanek durante l'intera guerra, e che la principale causa di morte nei
campi furono malattie epidemiche che i tedeschi non riuscirono a
controllare. La deportazione di massa degli ebrei nei campi di lavoro
forzato e le cattive condizioni prevalenti in questi campi furono il
risultato della guerra totale, e nella guerra totale, le persone soffrono e
muoiono- non solo gli ebrei. Non bisognerebbe dimenticare che decine di
migliaia di cattolici polacchi e molte migliaia di prigionieri russi
morirono parimenti ad Auschwitz e Majdanek, e che tra i 60.000 e gli 80.000
civili tedeschi vennero uccisi dopo la guerra nei campi di concentramento
comunisti polacchi, spesso dopo odiose torture. Come l'autore ebreo John
Sack ha documentato nel suo famoso libro Occhio per occhio, quasi tutti
questi autentici campi della morte erano diretti da ebrei.[11]



3.. La popolazione mondiale ebraica


Qualcuno poco pratico con le difficoltà del problema potrebbe supporre che
il numero reale delle vittime ebree può essere calcolato facilmente
comparando le statistiche pre-belliche e post-belliche della popolazione, ma
non è questo il caso, perché statistiche sicure semplicemente non esistono.
Per cominciare, il numero delle vittime ebree dipende dalla definizione
della parola "ebreo", e non c'è un consenso generale su tale definizione.
Gli ebrei sono una razza, una nazione, o una religione? Tutte e tre le
risposte sono parzialmente vere, ma solo parzialmente. Può una persona che
era nata in una famiglia ebrea essere considerata ancora come ebrea anche se
ha totalmente rinunciato alla religione e alla tradizione ebraica? Io non
conosco la risposta. Inoltre, a prescindere da come uno definisce un ebreo,
le statistiche sulla popolazione ebraica mondiale sono decisamente
contraddittorie e sospette sin dall'inizio perché le cifre sono spesso
fornite dalle organizzazioni ebraiche, che evidentemente devono rispettare
il dogma dell'Olocausto, secondo il quale circa un terzo degli ebrei furono
sterminati durante la seconda guerra mondiale.



Il più importante esperto di prima della guerra sulle statistiche della
popolazione ebraica, Arthur Ruppin, affermò che c'erano 16.7 milioni di
ebrei nel mondo nel 1939. Per i primi anni del dopoguerra, il World Almanac
diede le cifre seguenti: 15.19 milioni per il 1945 e 15.7 milioni per i
quattro anni successivi, dal 1946 al 1949. Ma nel suo numero del 1949, il
World Almanac citò le cifre fornite dall'American Jewish Committee, secondo
cui c'erano stati 16.6 milioni di ebrei nel 1939 e sono 11.2 milioni nel
1947.[12] D'altro lato, in un articolo pubblicato sul New York Times, di
proprietà ebraica, all'inizio del 1948, Hanson Baldwin, un esperto militare
e specialista della Palestina, affermò che c'erano nel mondo tra i 15 e i 18
milioni di ebrei[13]. Come vedete, le statistiche della popolazione ebraica
mondiale vi permettono facilmente sia di provare che l'Olocausto ebbe luogo
sia il contrario; dipende solo da quali statistiche preferite credere. Non è
in queste statistiche che possiamo trovare la risposta alla nostra questione
di quanti ebrei perirono realmente come risultato della politica tedesca.



4.. Walter Sanning e Wolfgang Benz


Nel 1983, Walter Sanning, un americano di origine tedesca, pubblicò un libro
che, a dispetto di certe imperfezioni, è ancora di gran lunga lo studio più
serio sulle perdite di popolazione ebraica durante la seconda guerra
mondiale.[14] Il metodo di Sanning è assai originale. Egli utilizza quasi
esclusivamente fonti ebraiche e degli alleati e accetta fonti tedesche solo
quando sono antinaziste. Sanning dimostra inoppugnabilmente tutta l'estensione
della migrazione ebraica post-bellica dall'Europa verso la Palestina, gli
Stati Uniti, ed altri paesi non europei. Nell'insieme, più di un milione e
mezzo di ebrei lasciò l'Europa negli anni dopo la guerra. Inoltre, dimostra
in modo decisivo che non abbiamo bisogno della storia dei "campi di
sterminio" per spiegare la scomparsa quasi completa dell'ebraismo polacco.
Nel 1939, una gran parte degli ebrei polacchi vivevano nella metà orientale
del paese che venne annessa dall'Unione Sovietica dopo che Hitler e Stalin
ebbero diviso la Polonia. Non appena i tedeschi invasero la Polonia, un
grande flusso di rifugiati ebrei si riversò ad Est, nella metà occupata dai
sovietici. Nell'estate del 1941, dopo l'attacco preventivo dei tedeschi
contro l'Unione Sovietica, una gran parte degli ebrei venne evacuata più ad
Est e non finì mai sotto il controllo tedesco. La stessa cosa accadde negli
stati baltici. Sebbene la Wehrmacht vittoriosa liberasse la Lituania, la
Lettonia e l'Estonia dal giogo bolscevico poco dopo l'inizio della guerra
tedesco-sovietica, una larga percentuale degli ebrei baltici riuscì a
lasciare questi paesi anche prima dell'arrivo delle truppe tedesche. Sanning
ritiene che circa l'80% degli ebrei nelle zone più tardi conquistate dai
tedeschi venne evacuato, ma poiché la sua fonte principale è un inaffidabile
propagandista sovietico, David Bergelson, questa cifra è quasi certamente
troppo alta.



Secondo il censimento del 1939, c'erano 3.02 milioni di ebrei in Unione
Sovietica. Ora il primo censimento post-bellico, che ebbe luogo nel 1959,
fornì una cifra di soli 2.26 milioni di ebrei, ma tutti i sionisti
occidentali concordano che questa cifra era irrealisticamente bassa.
Secondo l'uso sovietico, ogni cittadino poteva scegliere da sé a quale
nazionalità appartenere, e una parte considerevole degli ebrei sovietici
erano già assimilati e consideravano sé stessi come russi, ucraini, etc.
Inoltre, l'atmosfera politica non era particolarmente favorevole agli ebrei
a quell'epoca, così molti di loro preferirono non essere identificati come
tali. Infine, non si può escludere la possibilità che il governo sovietico,
che appoggiava la leggenda dell'Olocausto, abbia falsificato i risultati del
censimento. Il 1° di Luglio del 1990, il sionista New York Post, basandosi
su specialisti israeliani, affermò che c'erano oltre cinque milioni di ebrei
in Unione Sovietica. Poiché la natalità degli ebrei sovietici era di gran
lunga la più bassa di ogni gruppo etnico in quel paese, e poiché molte
centinaia di migliaia di ebrei erano già emigrati a quell'epoca, tutto porta
alla conclusione che c'erano tra i cinque e i sei milioni di ebrei in Unione
Sovietica dopo la seconda guerra mondiale. Questo può essere spiegato solo
con il fatto che una grande percentuale dell'ebraismo polacco e baltico era
stata assorbita dallo stato sovietico.



Naturalmente, è impossibile fornire cifre precise. Ad esempio, non sappiamo
quanti, degli ebrei polacchi che erano scappati dai tedeschi nel 1939, o che
vennero evacuati dopo l'attacco tedesco alla Russia nel 1941, ritornarono in
Polonia dopo la guerra, e quanti di loro decisero di rimanere dov'erano. Nel
Febbraio del 1946, in un epoca in cui il ritorno degli ebrei dalla Russia
era ancora in corso, e quando un gran numero di ebrei polacchi erano già
emigrati in occidente, una commissione anglo-americana riferì che c'erano in
Polonia ancora 80.000 ebrei.[15]



Sanning conclude che circa un milione e mezzo di ebrei perse la vita durante
la seconda guerra mondiale, ma che la maggior parte di essi vennero uccisi
come soldati sul campo di battaglia o perirono nei territori sovietici che
non furono mai occupati dai tedeschi. Secondo i suoi calcoli, solo alcune
centinaia di migliaia di ebrei scomparvero nell'Europa controllata dai
tedeschi.



Come era da aspettarsi, gli aderenti alla storia dell'Olocausto risposero
allo studio di Sanning con un tentativo di avvalorare le cifre ufficiali.
Significativamente, tale compito prese loro non meno di otto anni, e il
risultato dei loro sforzi fu semplicemente patetico. Nel 1991, un gruppo di
studiosi guidato da un certo Wolfgang Benz pubblicò un libro voluminoso il
cui titolo era Dimension des Voelkermonds ("Dimensioni del genocidio").[16]
Benz, che dirige un istituto di propaganda pro-sionista a Berlino[17], non è
ebreo. Egli è un esemplare particolarmente disgustoso delle prostitute
politiche che hanno prosperato nella Germania occupata sin dal 1945, e che
devono le loro carriere allo zelo con cui falsificano sistematicamente la
storia del loro proprio paese accusandolo di crimini immaginari.



Benz e il suo gruppo sostengono che tra i 5.29 e poco più di sei milioni di
ebrei morirono come risultato della repressione nazionalsocialista durante
la seconda guerra mondiale. In un eccellente studio che confronta i metodi e
i risultati di Sanning e Benz, l'autorevole revisionista tedesco Germar
Rudolf ha esposto i trucchi usati dal gruppo di Benz per ottenere le
desiderate alte cifre delle perdite ebraiche[18], e io non posso far di
meglio che riassumere semplicemente la dimostrazione di Rudolf.



Il presupposto basilare di Benz è che ogni ebreo che, nel 1945, non viveva
più nel luogo dove era vissuto fino al 1939, venne assassinato dai tedeschi.
Un'analogia che mostra l'imbecillità di quest'argomento potrebbe essere la
seguente: qualche anno prima dell'indipendenza algerina, viveva in Algeria
un milione di francesi. Dopo l'indipendenza algerina, il loro numero era
diminuito fino a 100.000, così gli algerini devono aver ucciso 900.000
francesi! In realtà, il caso di un paese demograficamente cruciale come la
Polonia è di gran lunga più complicato di quello dell'Algeria, perché i
confini di quest'ultima non cambiarono dopo la sua indipendenza mentre lo
stato polacco venne spostato verso occidente dopo la guerra. La Polonia
perse le proprie province orientali, dove gli ebrei erano stati
particolarmente numerosi, in favore dell'Unione Sovietica. In cambio, essa
acquisì vasti territori tedeschi ad Ovest, dove pochi ebrei avevano vissuto
prima della guerra.



Per quanto possa sembrare incredibile, Benz non dedica neppure un singolo
paragrafo del suo libro voluminoso al problema dell'emigrazione ebraica
post-bellica poiché tale emigrazione secondo lui non ebbe luogo. Non c'erano
polacchi, russi, tedeschi, ungheresi, romeni e altri ebrei europei affluenti
in Palestina dopo il 1945., perché tutti loro erano stati o uccisi dai
nazisti o stavano nei loro rispettivi paesi! Questa è una buona notizia per
i palestinesi che erroneamente hanno pensato che la loro terra era stata
invasa e sottratta loro dagli ebrei europei, e che uno stato di Israele era
stato proclamato nel 1948. Una tale cosa non è mai accaduta, è stato solo un
incubo!



Poiché Sanning aveva dedicato una gran parte del suo libro all'analisi
numerica dell'emigrazione ebraica post-bellica, e poiché Benz non ha neppure
tentato di contestare le conclusioni di Sanning sebbene il libro di Sanning
fosse apparso otto anni prima[19], la sola conclusione possibile è che gli
argomenti di Sanning sono inconfutabili.



Poiché ignorare l'emigrazione ebraica post-bellica non basta per avvicinare
la cifra dei sei milioni, Benz ricorre a un sacco di altri trucchi ignobili.
Tra il 1939 e il 1945, i confini di molti stati europei subirono cambiamenti
considerevoli. Ad esempio, l'Ungheria acquisì territori rumeni,
cecoslovacchi e iugoslavi, solo per perderli di nuovo nel 1945. La Romania
fu costretta a cedere all'Unione Sovietica la Bessarabia nel 1940. Ora, gli
ebrei che vivevano nelle rispettive aree e che morirono realmente o
presuntamente durante la guerra sono contati due volte da Benz. Così,
100.000 ebrei della Bessarabia che, secondo Benz, furono sterminati dai
tedeschi e dai loro alleati romeni, compaiono due volte nella statistica
delle vittime. Essi sono inclusi sia nella cifra presunta degli ebrei rumeni
sterminati che in quella degli ebrei sovietici sterminati, permettendo così
a Benz di raddoppiare il loro numero. Come Germar Rudolf ha mostrato, Benz e
il suo gruppo sono responsabili di oltre mezzo milione di unità ottenute con
i doppi conteggi. Il numero degli ebrei che vivevano in Polonia prima della
guerra è esagerato di circa 700.000 unità, perché Benz sceglie di ignorare
la massiccia emigrazione degli ebrei polacchi durante gli anni trenta. In
una documentazione pubblicata dall'Istituto di Storia contemporanea di
Monaco, che Benz, il quale lavora per lo stesso Istituto, non poteva
assolutamente ignorare, è affermato chiaramente che circa 100.000 ebrei
lasciavano annualmente la Polonia durante gli anni trenta a causa della
povertà e dell'atmosfera antiebraica in quel paese. In realtà, non potevano
esservi stati più di 2.8 milioni di ebrei in Polonia prima dello scoppio
della seconda guerra mondiale, e tuttavia Benz pone il loro numero a 3.5
milioni, inventando così altre 700.000 "vittime dell'Olocausto". Infine, gli
ebrei che furono uccisi in combattimento come soldati dell'Armata Rossa, e
persino gli ebrei che perirono durante le deportazioni operate dai
sovietici, sono considerati come "vittime dell'Olocausto nazista"! Tanto
basti per l'impudente truffatore Wolfgang Benz e i suoi metodi.



Mentre il fallimento degli storici ortodossi nel confutare le cifre di
Sanning non prova automaticamente la loro esattezza, il loro ordine di
grandezza è confermato quando si affronta il problema da differenti
angolazioni.



5.. Il metodo statistico usato da Carl Nordling


Un metodo assai ingegnoso per accertare l'ordine di grandezza delle perdite
di popolazione ebraica nella sfera d'influenza tedesca durante la seconda
guerra mondiale è stato ideato da uno statistico svedese, il professor Carl
Nordling.[20] Nordling ha ricostruito il destino ebraico per mezzo di uno
studio statistico basato sulle personalità ebraiche elencate nella
Encyclopedia Judaica[21]che nel 1939 vivevano nei paesi che più tardi
sarebbero finiti sotto il controllo tedesco. Il 44% di loro emigrò o fuggì
entro la fine del 1941, il 35% riuscì a sfuggire all'internamento, l'8%
venne internato, ma sopravvisse alla guerra, e il 13% morì. Un tasso di
mortalità del 13%, mentre prova che gli ebrei furono davvero perseguitati
pesantemente, esclude però categoricamente una politica di sterminio. Nel
suo studio esauriente, Sanning era giunto alla conclusione che c'erano non
più di 3.5 milioni di ebrei nella sfera d'influenza tedesca al tempo della
sua massima estensione territoriale. Se questa stima è corretta, e se il 13%
di questi 3.5 milioni morirono, ciò significa che meno di mezzo milione di
ebrei perì come risultato della politica tedesca. D'altro lato, se
supponiamo che le stime sia di Sanning che di Nordling siano troppo basse,
che non il 13%, ma il 20% degli ebrei sotto controllo tedesco perì, e che
non c'erano 3.5 milioni, ma 5 milioni di ebrei nei territori occupati dai
tedeschi, le perdite ebraiche ammonterebbero a un milione. A mio giudizio,
questa è definitivamente la più alta cifra possibile.



6.. Ancora un altro modo di affrontare il problema


Tutti concordano che solo una parte delle vittime ebree morirono nei campi
di concentramento. Indubbiamente un gran numero di ebrei vennero fucilati
sul fronte orientale perché gli ebrei costituivano la spina dorsale del
movimento partigiano comunista. In molti casi, queste esecuzioni erano
completamente legali perché a quel tempo il diritto internazionale
permetteva non solo l'esecuzione dei partigiani ma anche la fucilazione di
ostaggi come rappresaglia per gli attacchi partigiani sui soldati di una
forza occupante. (Naturalmente non contesto il fatto che numerosi civili
ebrei, che non erano né partigiani né ostaggi, furono anch'essi fucilati).
Infine, molti ebrei morirono come conseguenza di un nutrimento insufficiente
e di malattie nei ghetti dove erano stati confinati in semi-prigionia dai
tedeschi. Non è facile decidere a quale estensione queste perdite debbano
essere considerate come conseguenza diretta della politica tedesca perché
molti di questi ebrei, specialmente i vecchi, sarebbero morti comunque per
cause naturali.



a) Il numero degli ebrei che morirono nei campi di concentramento



Grazie ai documenti tedeschi, che sono rimasti in gran numero, possiamo
determinare il numero degli ebrei che morirono per ogni tipo di causa
(malattie, fame, esaurimento, esecuzione capitale) nei campi di
concentramento, con un certo grado di esattezza. Difficilmente tale numero
può aver superato le 300.000 unità. Secondo l'autore ebreo Wolfgang Sofsky,
circa 450.000 vittime dei campi di concentramento sono registrate per nome.
[22] Ora questa cifra può essere incompleta, ma naturalmente una gran parte
delle vittime era non-ebrea. In qualcuno di questi campi, gli ebrei
risultano essere chiaramente una minoranza tra i detenuti. Per citare solo
un esempio, dei circa 26.000 prigionieri che morirono nel campo di
concentramento di Stutthof vicino Danzica, circa 8000 erano ebrei.[23]



b) Cosa accadde agli ebrei che vennero deportati ad Auschwitz ma non
furono lì registrati?



Secondo lo specialista polacco di Auschwitz Franciszek Piper, circa un
milione e trecentomila prigionieri, dei quali un milione e centomila erano
ebrei, vennero deportati ad Auschwitz durante i quasi cinque anni della sua
esistenza[24], ma solo 200.000 degli ebrei vennero lì registrati. Come ho
spiegato in una conferenza sul destino dei detenuti ebrei non registrati nel
Maggio del 2000[25], la cifra dei deportati ebrei non registrati deve essere
ridotta di almeno 100.000 unità; comunque questo non cambia il fatto che
furono inviati ad Auschwitz fino a 800.000 ebrei senza essere registrati.
Gli storici ortodossi affermano che furono gassati. Avendo seppellito la
leggenda delle camere a gas, i revisionisti devono spiegare cosa successe a
queste persone. Sebbene i dettagli rimangano sconosciuti, la risposta
basilare è che essi furono trasferiti altrove. Il 16 Ottobre 1942, il
giornale ebraico svizzero Israelitisches Wochenblatt riferì:



"Per qualche tempo c'è stata una tendenza a dissolvere i ghetti in Polonia.
Questo era il caso di Lublino, e ora seguirà Varsavia. Non è noto fino a che
punto questo piano sia stato già realizzato. I precedenti abitanti del
Governatorato Generale [la Polonia occupata dai tedeschi] stanno andando più
lontano ad Est nella zona russa occupata. Essi sono stati rimpiazzati in
parte da ebrei provenienti dalla Germania. (.) Un testimone che è stato fino
a poco tempo fa nel ghetto di Riga e che è riuscito a fuggire, riferisce che
ci sono ancora 32.000 ebrei nel ghetto di Riga. Dall'inizio dell'occupazione,
migliaia di ebrei sono morti. Gli ebrei sono ora costretti a lavorare fuori
della città. (.) Recentemente, a Riga, è stato notato che trasporti di ebrei
sono giunti dal Belgio e da altri paesi dell'Europa Occidentale per essere
immediatamente inviati di nuovo ad altre destinazioni sconosciute."



Nella letteratura ufficiale dell'Olocausto, noi non leggiamo niente riguardo
a ebrei polacchi o belgi inviati in Russia. Si presume che gli ebrei
scomparsi di questi paesi abbiano incontrato il loro destino nelle camere a
gas dei "campi di sterminio". Ora, il racconto del giornale ebraico svizzero
quadra molto bene con i numerosi documenti tedeschi dell'epoca che si
riferiscono alla "evacuazione" degli ebrei e al loro "ristabilimento ad Est".
Due autori revisionisti, lo spagnolo Enrique Aynat[26] e il belga Jean-Marie
Boisdefeu[27], hanno documentato un numero di casi nei quali ebrei dell'Europa
occidentale sono apparsi molto ad Est di Auschwitz durante la guerra.
Secondo la storia ortodossa dell'Olocausto, essi non sarebbero mai dovuti
finire lì. Nell'Aprile del 1944, il giornale clandestino comunista francese
Notre Voix, riferendosi ad una trasmissione di Radio Mosca, riportò che 8000
ebrei francesi erano stati liberati dall'Armata Rossa in Ucraina.
Evidentemente, Auschwitz aveva meramente funto da campo di transito per
loro. [28]



Sebbene le forze vittoriose abbiano certamente purgato i documenti tedeschi
per eliminare tutti quelli che smentivano le voci di sterminio, qualcuno è
sopravvissuto. Uno di questi è un rapporto sulla deportazione degli ebrei
dalla Francia che venne scritto nel Settembre del 1942. Secondo questo
documento, gli ebrei stranieri residenti in Francia dovevano essere inviati
in un campo in Russia.[29]



Fino ad oggi, non sappiamo quanti ebrei furono inviati nei territori
sovietici occupati, e quanti di loro sopravvissero alle dure condizioni dell'epoca
di guerra.



Nel 1944, Auschwitz funse anche come campo di transito per gli ebrei
ungheresi. L'11 Maggio di quell'anno, Adolf Hitler ordinò che 200.000 ebrei
fossero impiegati nella produzione di aerei da guerra. [30] Poiché nessuna
grande deportazione di ebrei da altri paesi ebbe luogo durante quel periodo,
questi 200.000 devono essere necessariamente giunti dall'Ungheria dove le
deportazioni massicce stavano giusto per iniziare. Così i documenti tedeschi
confermano quello che le fotografie aeree ci dicono: gli ebrei ungheresi non
furono affatto uccisi ad Auschwitz-Birkenau e i loro cadaveri bruciati in
fosse all'aperto. Alcuni di loro vennero regolarmente registrati ad
Auschwitz mentre i rimanenti vennero trasferiti in campi di lavoro e
fabbriche dove furono costretti a contribuire allo sforzo bellico tedesco.



c) Il numero degli ebrei fucilati sul fronte orientale



Per convalidare la loro affermazione che i tedeschi fucilarono tra uno e i
due milioni di ebrei nei territori sovietici occupati, gli storici ortodossi
si riferiscono ai cosiddetti "rapporti evento" che le Unità Speciali
impegnate nella guerra anti-partigiana sul fronte orientale inviarono
presuntamente a Berlino a intervalli regolari e che dettagliano, tra le
altre cose, il numero degli ebrei uccisi. Uno di questi "rapporti evento"
descrive la fucilazione di 33.711 ebrei a Babi Yar, vicino la capitale
ucraina di Kiev il 29 Settembre 1941. Ma questo gigantesco bagno di sangue
non è mai avvenuto. A parte il fatto che i testimoni si contraddicono
reciprocamente quasi su ogni punto, e che non sono mai state trovate tracce
materiali del preteso massacro[31], la storia di Babi Yar è invalidata dalle
foto aeree fatte dai tedeschi nel tardo Settembre del 1943, poco prima che i
sovietici riconquistassero Kiev. Si ritiene che in quel frangente i tedeschi
aprissero le fosse comuni, esumassero i cadaveri e li bruciassero in pire
gigantesche. Tuttavia, le foto aeree non mostrano pire, non fosse comuni e
non attività umane nel burrone di Babi Yar.[32] Poiché lo sterminio
immaginario di Babi Yar viene descritto in uno dei "rapporti evento", l'autenticità
dell'intera serie è altamente dubbia. Dopo tutto, i tedeschi, che riuscirono
presuntamente a distruggere tutte le prove materiali delle loro atrocità,
potevano facilmente aver bruciato questi documenti prima dell'arrivo dell'Armata
Rossa. Poiché la sola prova documentaria dichiarata della fucilazione di un
numero di ebrei oscillante tra uno e due milioni in Unione Sovietica è quasi
sicuramente una contraffazione, e poiché non sono mai state trovate fosse
comuni con ebrei assassinati mentre la Russia è piena di fosse comuni con le
vittime del terrore comunista, è lecito presumere che il numero reale degli
ebrei uccisi fu solo una frazione di quello asserito.



d) Conclusione



Come ho detto in precedenza, il numero degli ebrei che morirono nei campi di
concentramento non può essere stato molto più alto di 300.000 unità. Anche
se supponiamo che diverse centinaia di migliaia di ebrei trasferiti nei
territori orientali soccombettero alle dure condizioni lì prevalenti, e che
i tedeschi fucilarono diverse centinaia di migliaia di ebrei sul fronte
orientale - entrambe le supposizioni sono piuttosto improbabili -, il numero
totale delle vittime ebree non può aver superato un milione, cosicché il
risultato dell'indagine di Sanning e Nordling è grosso modo confermato. Non
importa da quale angolazione affrontiamo la questione, il risultato è sempre
lo stesso: la cifra dei sei milioni è un'insana esagerazione.



7.. La riunione della famiglia Steinberg


Un breve articolo che apparve il 24 Novembre del 1978 in un giornale
americano, The State Time, di Baton Rouge/Louisiana, illustra meglio di
lunghe e complicate statistiche cosa accadde realmente agli ebrei scomparsi:



"Gli Steinbergs una volta prosperavano in un piccolo villaggio in Polonia.
Questo era prima dei campi della morte di Hitler. Ora più di 200
sopravvissuti dispersi per il mondo e i loro discendenti sono riuniti qui
per condividere una speciale celebrazione di quattro giorni che è iniziata
opportunamente il Giorno del Ringraziamento. I parenti sono venuti giovedì
dal Canada, dalla Francia, dall'Inghilterra, dall'Argentina, dalla Colombia,
da Israele e da almeno 13 città degli Stati Uniti. "E' favoloso", ha detto
Iris Krasnow di Chicago. "Ci sono cinque generazioni qui - da tre mesi di
età a 85 anni. Le persone stanno festeggiando e avendo un momento
meraviglioso. E' quasi come una riunione di rifugiati della seconda guerra
mondiale."



Questa è la risposta alla domanda: "Cosa accadde agli ebrei se essi non
furono gassati?"


 
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§Enrico§
view post Posted on 23/12/2009, 20:24




interssante documento ;)
 
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§Enrico§
view post Posted on 14/6/2010, 09:53




Ho fatto leggere il documento a un po' di persone...e uno mi ha detto che già al processo di Norimberga hanno testimoniato per un numero superiore a quanto indicato dal testo sopra riportato
 
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2 replies since 24/8/2009, 00:58   94 views
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